Philadelphia 76Ers: now or never?

Come negli ultimi anni i Sixers saranno tra i protagonisti principali della Post-Season e in questo articolo andremo ad analizzare, tramite una vera e propria analisi SWOT, come arriva la squadra della città dell’amore fraterno a questi Playoff e quali sono gli aspetti da tenere in maggiore considerazione per provare ad arrivare fino in fondo. Sarà una situazione da ora o mai più per Philadelphia? Cercheremo di dare una risposta nei prossimi paragrafi.

N.B. Tutti i dati e le clip utilizzati in questo articolo sono stati presi da NBA.com.


PUNTI DI FORZA (STRENGTHS)

I Philadelphia 76ers hanno concluso questa stagione con il terzo miglior record della Eastern Conference, dietro a Celtics e Bucks, e si apprestano ad affrontare i Brooklyn Nets al primo turno.
Di seguito andremo ad analizzare quali sono i punti di forza di questa squadra e cercheremo di capire se potranno bastare per poter provare a raggiungere almeno le finali di Conference.

Joel Embiid

Il primo punto di forza dei Sixers ha indubbiamente un nome e un cognome: Joel Embiid. A prescindere che vinca o meno l’MVP, il camerunense, è indubbiamente la chiave per i successi dei 76ers e tutto gira intorno a lui. Negli ultimi anni, purtroppo, non abbiamo, praticamente, mai avuto l’occasione di vederlo giocare un’intera run di Playoff da sano, però al momento sta bene ed è in forma e questa è la notizia migliore, ma andiamo a vedere il perchè Embiid è il punto cardine di questa squadra.

L’ex Jayhawks quest’anno ha concluso la stagione a 33.1 punti, 10.2 rimbalzi, 4.2 assist, 1.0 palle rubate, 1.7 stoppate e 3.4 palle perse a partita tirando con il 54,8% dal campo su 20.1 tentativi, il 33,0% da 3 su 3.0 tentativi e l’85,7% dalla linea della carità su 11.7 tentativi a partita, tutto questo in 66 partite disputate sulle 82 giocate dalla squadra.

Guardando le partite è sempre più evidente come sia, praticamente, immarcabile in post e nelle situazioni in cui riceve il pallone con un vantaggio sull’avversario. Ormai è diventato sempre più efficace nel preventivare il raddoppio ricevendo in maniera dinamica e il Pick&Roll con Harden sta diventando un’arma quasi infallibile. Infatti, Joel, sia che rolli deciso a canestro, sia che decida di poppare o di fare uno short roll è estremamente efficace e soprattutto dal midrange ha trovato una dimensione impressionante (47,1% dal campo dallo short midrange).

La sua efficienza offensiva è impressionante, come mostrato dai seguenti numeri:

Il camerunense gioca la bellezza di 6.7 possessi a partita (primo nella lega) come rollante in un Pick&Roll segnando 1.23 punti per possesso, con un EFG% del 61.0%, inoltre ne gioca 6.6 a partita in isolamento piazzando 1.07 punti per possesso con un EFG% del 50,9% e infine ne gioca 4.5 a partita in post up mettendo a segno 1.23 punti per possesso con un EFG% del 53,8%. Tutto ciò considerando che è secondo nella lega per tiri liberi conquistati a partita (11.7) e che li converte con l’85,7%. Questo porta la sua percentuale reale di tiro ad un notevolissimo 65,5%, ovvero 7.4 punti in più della media della lega, e considerando il volume di tiri che prende, non è difficile definirlo il miglior scorer in circolazione.

Indubbiamente, a volte, perde ancora qualche pallone di troppo e non è sempre perfetto nel trovare il compagno una volta che viene raddoppiato o triplicato, ma negli anni è cresciuto molto nelle letture e non è raro vederlo trovare l’assist vincente in quelle situazioni, o comunque trovare il passaggio per un tiro aperto e questo sarà molto importante in chiave Playoff, perchè chiaramente la difesa avversaria sarà estremamente concentrata su di lui e se riuscirà a trovare le letture giuste e i compagni riusciranno a convertire le occasioni create, sarà molto complicato vincere contro questi Sixers, come successo nell’ultimo scontro con i Celtics, dove Tucker ha piazzato tre triple consecutive nel finale, proprio grazie allo spazio che si è creato per la difesa contro il camerunense.

L’obiettivo, quindi, di Doc Rivers deve essere quello di cercare di creare dei set per poterlo sfruttare al meglio (come si è visto spesso in Regular Season) e i compagni dovranno essere all’altezza e dovranno essere efficaci quando si liberano gli spazi grazie alla sua gravity, soprattutto, on ball.



James Harden e il Dynamic duo con Embiid

Passiamo ora ad un altro punto di forza dei Sixers, ovvero James Harden e il dynamic duo composto da lui e Joel Embiid.
Harden, dopo essere arrivato nella “città dell’amore fraterno” alla deadline del 2022, non aveva iniziato al meglio la propria avventura con la nuova casacca. Infatti, dopo una discreta parte finale di stagione, ai Playoff è stato quasi dannoso e fisicamente sembrava molto lontano dal giocatore che si era visto a Houston e in parte anche a Brooklyn. Non era raro vederlo, per l’appunto, iniziare bene le partite, per poi spegnersi completamente nei secondi tempi, risultando spesso tra i peggiori nelle sconfitte subite.

La speranza, a inizio anno, era quella di vederlo recuperare fisicamente e che riuscisse ad adattarsi ad una nuova situazione di gioco, visto che in carriera non si era mai trovato a giocare al fianco di un lungo dominante come Joel.
Sicuramente ha avuto diversi problemi fisici durante la stagione, infatti ha giocato solo 58 partite su 82 e ancora oggi lamenta un problema al tendine d’achille, però i risultati del lavoro estivo sono stati evidenti e Harden ha giocato un’ottima stagione.

Infatti, non era necessario rivedere il giocatore di Houston, ma quello che serviva era vedere un Harden in versione facilitatore, che riuscisse ad amalgamarsi ottimamente con il camerunense e che, qualora servisse, fosse riuscito ad essere efficace anche in fase di scoring, soprattutto nei momenti in cui Embiid non fosse stato in campo assieme a lui.

L’ex Arizona State ha rispettato queste aspettative e infatti, oltre ad essere il leader per assist di media nella lega (10.7), ha stabilito una grande coesione con Embiid, tant’è che il Pick&Roll tra i due è diventato un’arma devastante (come abbiamo visto dai dati su Embiid come rollante) e inoltre l’ex OKC sta vivendo anche una stagione molto efficiente a livello offensivo. Chiaramente non gira più sopra i 30 punti di media che aveva a Houston, però quest’anno gioca, comunque, 6.2 possessi in isolamento a partita (quarto nella lega) e segna 1.10 punti per possesso con un EFG% del 49,1% che lo colloca nell’84.2 percentile della lega in questa particolare statistica, inoltre quest’anno sta tirando con una delle migliori percentuali da 3 in carriera, infatti è dai tempi di OKC che non ha una percentuale così alta. Per l’appunto, Harden sta tirando con il 38,5% su 7.2 tentativi a partita e sta facendo registrare una TS% del 60,7%.


Ai Playoff sarà determinante continuare a vedere le due star giocare in questo modo e continuare a trovarsi come hanno fatto durante tutta la Regular Season, ma sarebbe interessante anche vedere più minuti con solo uno dei due in campo, visto che l’ex Rockets ha dimostrato, che nei minuti senza Embiid può essere tranquillamente la prima stella della squadra. Infatti con il camerunense off court, Harden gira a 25.3 punti, 6.5 rimbalzi, 9.6 assist tirando con il 42,2% dal campo su 18.5 tentativi, con il 40,5% da 3 su 8.4 tentativi e con l’86.1% dai liberi con 7.2 tentativi di media a partita (statistiche per 36 minuti).
Rivers preferisce farli giocare il più possibile assieme ed ovviamente è comprensibile, soprattutto nei momenti chiave del match, però se per la durata dei 48 minuti almeno uno dei due sia sempre in campo, i Sixers potrebbero indubbiamente giovarne, soprattutto se entrambi vengono affiancati dagli uomini giusti.

La rinascita di Tyrese Maxey

Un altro punto di forza dei Philadelphia 76ers può essere trovato nella grandissima efficienza che sta avendo Tyrese Maxey da quando è rientrato in pianta stabile in quintetto. L’ex Kentucky, infatti, da quando è rientrato nello starting five (ovvero nella partita contro i Miami Heat del 28 febbraio) sta registrando le seguenti medie: 22.1 punti, 3.3 rimbalzi, 3.5 assist, 1.2 palle perse, 0.8 palle recuperate, 0.2 stoppate, tirando con il 54,7% dal campo su 14.5 tentativi, il 52,3% da 3 su 6.7 tentativi e il 94,4% dai liberi su 2.8 tentativi a partita, con una TS% del 70,1%.

Molto probabilmente saranno numeri insostenibili ai Playoff, ma la sua ritrovata verve può dare una grande mano ai Sixers, soprattutto quando le due stelle sono a rifiatare in panchina e lui ha la possibilità di giocare con la second unit, magari contro le panchine avversarie. Chiaramente è in queste situazioni che dà il meglio di sè, visto che predilige molto giocare con la palla in mano e provare a crearsi il tiro da solo, però anche in situazioni off ball sta riuscendo ad essere efficace, facendosi trovare pronto, infatti su 4.8 possessi a partita giocati in spot up segna 1.20 punti per possesso con un EFG% del 60,6%.



L’ottima efficienza offensiva di squadra

Dopo aver analizzato tre punti di forza riguardanti i singoli giocatori, passiamo ad analizzarne uno di squadra che si ricollega perfettamente a quanto detto finora, visto che riguarda l’efficienza offensiva dei 76ers vista durante questa Regular Season.

La squadra allenata da Doc Rivers, infatti è sempre nella top 10 della lega nelle statistiche di efficienza offensiva. I Sixers, infatti, tirano con il 48,7% dal campo (sesti nella lega) su 83.8 tentativi a partita, il 38,7% da 3 (primi nella lega) su 32.6 tentativi a partita e con l’83,5% dai liberi (primi nella lega) su 25.1 tentativi di media, inoltre hanno il terzo Offensive Rating della lega con 117.0 e in più hanno fatto registrare una TS% del 60,8% (secondi nella lega).

Chiaramente questi numeri derivano dalla grande efficienza offensiva mostrata dalle tre stelle, come abbiamo potuto vedere precedentemente, ma oltre a loro la squadra è formata da diversi giocatori efficienti, come Tobias Harris che è andato vicino ad entrare nel club del 50/40/90 tirando con il 50,1% dal campo, il 38,9% da 3 e l’87,6% dai liberi, o anche De’Anthony Melton che tira con un ottimo 39,0% da 3 su 5.2 tentativi a partita e anche le stesso Niang che tira con oltre il 40% da 3 su 4.9 tentativi di media.

Questa squadra, nonostante un Pace basso, ha dimostrato di essere molto efficiente offensivamente e ha diverse armi per colpire gli avversari, come abbiamo potuto vedere precedentemente. L’obiettivo ai Playoff, quindi, sarà quello di cercare di confermare questi numeri e di provare a mettere in difficoltà gli avversari che incontreranno sfruttando le stelle presenti a roster e la loro grande efficienza.


PUNTI DI DEBOLEZZA (WEAKNESSES)

Dopo aver analizzato i pregi di questa squadra è arrivato il momento di analizzare i difetti.

I dubbi sulla fase difensiva

I Sixers hanno l’ottavo miglior Defensive Rating della lega, pertanto guardando questo dato la fase difensiva non dovrebbe essere considerata come un problema ed effettivamente Philadelphia ha trovato un buon equilibrio in quella metà campo e a roster sono presenti ottimi difensori, come per esempio De’Anthony Melton o Jalen McDaniels. Detto ciò, però, nella fase difensiva dei 76ers si nascondono delle insidie che ai Playoff potrebbero mettere in difficoltà la squadra allenata da Doc Rivers, soprattutto dal secondo turno in poi.

Il primo dubbio riguarda principalmente il backcourt. A inizio stagione era evidente come Harden e Maxey fossero insostenibili se schierati assieme per troppi minuti e infatti la Regular Season dei Sixers era iniziata molto a rilento. Rivers poi ha preferito schierare in quintetto Melton, facendogli chiudere anche spesso le partite e in quel frangente Phila ha raggiunto i vertici della lega per Defensive Rating e le squadre avversarie facevano molta fatica a trovare delle contromisure efficienti, tant’è che oltre che migliorare nettamente nella metà campo difensiva, la squadra iniziò ad ingranare e si stabilì definitivamente nella top 3 della Eastern Conference. Dal 28 febbraio, però, Tyrese Maxey è tornato in pianta stabile in quintetto e soprattutto a giocare diversi minuti in campo con Harden e da quel momento i Sixers hanno avuto il diciottesimo Defensive Rating della lega (116.3) e hanno concesso una percentuale dal campo del 48,2% agli avversari.

Ovviamente non è solo colpa dell’ex Wildcats, però anche guardando le partite si può notare facilmente come le squadre avversarie spesso includano lui e Harden nei Pick&Roll e che cerchino di effettuare un po’ di mismatch hunting viste le scarse abilità difensive dei due, inoltre Joel Embiid ha perso molta mobilità ed efficacia difensiva rispetto agli scorsi anni e nella maggior parte dei casi costringe i Sixers a difendere in drop e questo, contro squadre molto abili dal pull up, non avendo degli esterni in grado di spingere l’handler avversario verso Embiid, può provocare diversi problemi e ai Playoff queste debolezze vengono fatte pagare maggiormente, soprattutto considerando che solitamente il drop funziona molto di più in Regular Season, che ai Playoff.

Ovviamente Melton può essere molto utile nel risolvere parzialmente il problema, ma sicuramente Harden e Maxey giocheranno ancora più minuti in Post-Season ed Embiid, nonostante ci si possa aspettare più concentrazione in questa fase della stagione, anche nella propria metà campo, come già detto precedentemente, ha perso molto a livello difensivo e nonostante rimanga un ottimo deterrente al ferro, dovrà cercare di accettare qualche switch in più e di effettuare anche qualche show in più perchè, per esempio, contro i Boston Celtics, la difesa in drop, con quel backcourt in campo, potrebbe mettere in seria difficoltà Philadelphia.



Fisicità e atletismo

Un’altra problematica che potrà mettere in difficoltà la squadra della “città dell’amore fraterno” è indubbiamente quella riguardante la fisicità e l’atletismo.
I Sixers, infatti, da tutta la stagione soffrono enormemente a rimbalzo e non è raro vedere le squadre avversarie costruirsi seconde occasioni sfruttando, proprio, questa problematica. I 76ers occupano il ventesimo posto nella lega per REB% (49,6%), inoltre sono al quattordicesimo posto per DEFREB% (72,0%) e al ventiseiesimo per OFFREB% (25,6%). Questo problema ai Playoff potrebbe risultare molto dannoso, visto che Philadelphia potrà incontrare, se andrà avanti, due squadre come Celtics e Bucks, che sono entrambe in top 10 per REB% e il rischio può essere quello di concedere troppe seconde occasioni pericolose in momenti cruciali dei vari match e inoltre il problema fisico ed atletico si può ripercuotere in alcuni mismatch difensivi.

Per esempio, infatti, avere un giocatore come Maxey può creare dei problemi considerando le guardie di Celtics e Bucks (Holiday e Smart per esempio) e anche contenere giocatori come Brown e Tatum o Giannis stesso può essere molto complicato per i Sixers che dovranno fare in modo, attraverso un sistema di switch e di aiuti, di limitare il più possibile questa problematica.



La panchina

Un altro punto di debolezza di questa squadra può essere rappresentato dalla panchina. E’ vero che ai Playoff i quintetti e le star la fanno da padroni, ma avere gli uomini giusti che escono dalla panchina può fare un’enorme differenza. I Sixers, a parte Melton, in ottica Post-Season rischiano di avere pochi uomini utili e in grado di fare la differenza in positivo.
Reed sicuramente sarà il backup di Embiid, ma la sua ridotta capacità offensiva e il fatto di essere sottodimensionato (nonostante sia un ottimo difensore) può fare prendere diversi parziali ai 76ers durante i minuti in cui Joel non sarà in campo.
Niang, nonostante sia un gran tiratore e un giocatore che se è in serata può farti vincere una partita, rischia di essere un fattore troppo negativo in difesa e la squadra potrebbe pagare troppo la sua presenza in campo.
McDaniels può essere molto utile in fase difensiva e in attacco è certamente un upgrade rispetto a Thybulle, detto ciò anche lui rischia di diventare poco sostenibile se in attacco non riesce ad essere minimamente pericoloso.
Infine Milton è un giocatore molto scostante, nonostante abbia disputato una discreta stagione, e a parte in qualche momento per far rifiatare i titolari, difficilmente vedrà il campo.

Il rischio, quindi, è di avere nei momenti decisivi una rotazione molto corta, che possa far spremere troppo le stelle e che al contempo possa creare dei problemi quando i titolari non saranno in campo, pertanto gli uomini in uscita dalla panchina, dovranno essere bravi a tener botta e a far rifiatare il necessario gli starters, per poi averli al top nei momenti che contano maggiormente.


PJ Tucker

Un altro dubbio riguarda, infine, PJ Tucker. L’ex Heat è stato preso per aggiungere un po’ di “toughness” a questa squadra e per essere utilizzato nei mismatch difensivi più scomodi, soprattutto in Post-Season. Tucker ha, però, giocato una stagione piena di alti bassi e in questi Playoff i bassi potrebbero essere molto problematici.
Difensivamente sembra aver perso un passo e a volte ha anche commesso errori banali, mentre offensivamente spesso è stato troppo riluttante nel prendersi qualche tiro. Ovviamente non gli viene chiesto di prendersi 7/8 triple a partita, però quando è libero non dovrebbe aver paura di prendersi delle responsabilità, soprattutto dagli angoli.
Ha giocato anche delle ottime partite, come per esempio nella prima sfida contro i Nuggets dove limitò benissimo Jokic nel secondo tempo, però i dubbi rimangono e un elemento chiave della squadra come lui, se non dovesse garantire un apporto importante per quel che gli viene richiesto, potrà mettere seriamente in difficoltà i 76ers.



OPPORTUNITA’ (OPPORTUNITIES)

Dopo aver analizzato in maniera approfondita i pregi e i difetti di questa squadra è arrivato il momento di andare a vedere quali possono essere le opportunità che i Sixers potranno sfruttare per provare ad arrivare fino in fondo.


Finalmente tutti a disposizione!

Indubbiamente la prima opportunità da sfruttare (per quanto sembri banale) riguarda il fatto che la squadra arriva a questi Playoff senza infortuni e con tutti i protagonisti principali in forma. L’unico che arriva con un problema è James Harden, che come detto precedentemente sta avendo ancora qualche fastidio al tendine d’achille, però in questa parte finale di Regular Season ha avuto la possibilità di rifiatare e di riposarsi, per poter arrivare al massimo della forma all’inizio della Post-Season.

Quello che conta, però, è che Joel Embiid sia sano e al 100%, perchè, come mostrato in precedenza, la maggior parte dei successi della squadra passa proprio dal camerunense e al momento non sembra avere particolari problemi fisici.
Negli ultimi anni non ha mai potuto giocare un’intera run Playoff senza problemi e questo ha limitato moltissimo le possibilità di successo dei 76ers.
Quest’anno, se dovesse mantenere questo livello di forma, indubbiamente le possibilità crescerebbero e potrebbe essere un’opportunità unica da sfruttare, in quanto sappiamo bene, che purtroppo il nativo di Yaoundè non darà mai garanzie da questo punto di vista, soprattutto col passare dell’età.

Oltre a lui anche Tyrese Maxey e gli altri protagonisti principali della squadra arrivano a questi Playoff senza problematiche fisiche e col passare delle partite, se questa condizione viene mantenuta, la squadra potrebbe beneficiarne enormemente, soprattutto se le altre squadre dovessero subire qualche perdita.



Un primo turno tranquillo

Un’altra opportunità da sfruttare potrebbe riguardare gli intrecci che si vedranno al primo turno. Infatti i 76ers affronteranno i Brooklyn Nets, mentre i Boston Celtics si scontreranno molto probabilmente contro i Miami Heat di Jimmy Butler.
Questo potrebbe fare una grande differenza in ottica secondo round in quanto i Sixers potrebbero liberarsi dei Nets abbastanza agevolmente (è lecito aspettarsi un 4-0 o massimo un 4-1), mentre i Celtics dovranno (sulla carta) affrontare una squadra sempre ostica, come quella allenata da coach Spoelstra.

All’inizio dell’anno, se avessero detto a Rivers e a Morey che al primo turno avrebbero incontrato i Nets, molto probabilmente sarebbero andati in panic mode, vista la presenza di Durant e Irving e la potenziale pericolosità dei bianco neri, mentre ad oggi, probabilmente, è il miglior turno possibile che poteva capitare ai Sixers. Infatti, per quanto possano essere una squadra divertente da vedere, con dei giocatori potenzialmente pericolosi, come Mikal Bridges (enorme rimpianto dei 76ers), indubbiamente Brooklyn non possiede lo star power necessario per mettere in difficoltà Philadelphia. Nelle 27 partite disputate da dopo la deadline i Nets hanno un record di 13 vittorie e 14 sconfitte e se sono riusciti ad arrivare al sesto posto, lo devono, soprattutto, al lavoro fatto precedentemente da Durant & co e dal fatto che quest’anno gli Heat siano stati molto incostanti.
Detto ciò, la squadra allenata da Doc Rivers dovrà essere brava a non sottovalutare l’avversario e a chiudere la pratica il prima possibile, in modo tale da arrivare alle semifinali di Conference, nella miglior condizione possibile.

I Celtics, invece, rischiano di fare molta fatica al primo turno. Come già detto, gli Heat hanno vissuto una stagione deludente e molto probabilmente non avranno la capacità di eliminare gli scorsi finalisti NBA, però è indubbio che la squadra guidata da Jimmy Butler, se è in serata, può battere chiunque e inoltre sappiamo bene come ai Playoff, lo stesso Butler, ma anche Adebayo ed Herro sono giocatori che si esaltano e Spoelstra stesso è un coach che può mettere in difficoltà chiunque. L’aspettativa e anche la speranza, dunque, è quella di vedere un primo turno molto combattuto, dove magari Boston dovrà arrivare addirittura a Gara 6 o anche a Gara 7 per poterla spuntare, e affrontare una squadra che ha avuto un primo turno difficoltoso, potrebbe essere un’opportunità da sfruttare per Embiid & Co.



MINACCE (THREATS)

Le minacce principali, oltre che ovviamente non riuscire a sfruttare i propri punti di forza e a far uscire in maniera più netta i rispettivi punti di debolezza, sono rappresentate dagli avversari che molto probabilmente i Sixers dovranno incontrare sul proprio cammino verso le eventuali Finals.

Boston e Milwaukee

Abbiamo già discusso del fatto che il primo turno sarà potenzialmente tranquillo e che Phila dovrà fare tutto il necessario per chiudere la pratica nel minor tempo possibile, però, come già detto, molto probabilmente alle semifinali di Conference, gli avversari da affrontare saranno i Boston Celtics e alle eventuali finali di Conference, quasi sicuramente la squadra sarebbe costretta a scontrarsi contro i Bucks.

Contro entrambe le squadre i 76ers non hanno ottenuto un record positivo durante la stagione, tant’è che contro i Celtics il record è di 1 vittoria (ottenuta con un margine di solo 2 punti) e di 3 sconfitte, mentre contro i Bucks la serie è stata pareggiata sul 2-2.
Tra le due squadre, quella in grado di mettere i Sixers più in difficoltà sono i Celtics. Infatti, oltre che per una questione di rivalità storica che accende ancora di più la sfida e che ultimamente ha sempre visto uscire vittoriosa la squadra di Boston, l’accoppiamento generale in campo è tra i peggiori. Boston, infatti, dispone di diversi giocatori in grado di colpire dal pull up col jumper, pertanto i limiti difensivi di cui abbiamo discusso nei punti deboli possono essere attaccati molto facilmente dalla squadra allenata da Mazzulla e inoltre difensivamente sono tra le poche squadre nella lega che possono limitare molto bene le principali bocche da fuoco dei 76ers.

Contro Embiid non hanno moltissime armi, anche perchè Horford ha perso qualcosa e il resto della squadra è sottodimensionata per limitarlo nel migliore dei modi, però il rischio è quello di vedere una serie dove Boston potrà accontentarsi di lasciare qualcosa in più ad Embiid, ma di bloccare i rifornimenti verso gli altri compagni e il risultato potrebbe essere molto negativo per Philadelphia. Una cosa simile, infatti, l’abbiamo potuta vedere nell’ultimo scontro tra le due squadre, dove Embiid ha dominato piazzando 52 punti, ma il resto della squadra ha fatto molta fatica e nonostante diversi vantaggi i Celtics hanno rischiato di vincere anche quella partita.

Contro Milwaukee, molto probabilmente, la squadra si accoppia meglio, però la fisicità e la profondità dei Bucks potrebbe fare la differenza e ci vorrebbe una serie importante da parte di PJ Tucker su Giannis e ovviamente quest’ultimo fattore non è scontato, però prima di arrivare eventualmente ad affrontare i Bucks, la squadra dovrà battere i Nets e per l’appunto i Celtics e il rischio di non raggiungere nemmeno quest’anno le finali di Conference è molto elevato.

Doc Rivers

Un’altra minaccia da tenere in considerazione, infine, riguarda Doc Rivers. L’ex coach dei Clippers, da quando è arrivato sulla panchina dei Sixers si è sempre comportato bene durante le Regular Season, conquistando sempre, almeno il fattore campo al primo turno dei Playoff. Il problema è che storicamente, e anche a Philadelphia, ha sempre dimostrato di avere molte pecche quando le partite iniziano a contare veramente e come già successo negli scorsi anni, il rischio di rivedere gli stessi errori è molto alto.
La sua limitata capacità di leggere le partite, le sue rotazioni, a volte incomprensibili e le sue strategie, spesso sono state la causa principale delle sconfitte delle sue squadre e contro degli avversari, come potranno essere Celtics e Bucks, allenati in ottima maniera, potranno fare la differenza in negativo per Philadelphia, pertanto la speranza è che quest’anno sia arrivato alla Post-Season con le idee chiare e che riesca a preparare le serie che la squadra affronterà nella maniera corretta.



CONCLUSIONI

In conclusione possiamo affermare che i Philadelphia 76ers hanno le carte in regola per provare ad arrivare fino in fondo, ma gli ostacoli da superare non saranno banali e il rischio di incorrere in un altro fallimento è molto alto.
L’obiettivo minimo rimane il raggiungimento delle finali di Conference, però questa potrebbe essere un’annata spartiacque per la squadra di Doc Rivers. Infatti James Harden ha una Player Option per il prossimo anno e molte voci affermano che la sua volontà è quella di tornare a Houston, inoltre con un eventuale altro fallimento la posizione di Doc Rivers sarebbe sicuramente da valutare e alcuni elementi importanti della squadra vanno in scadenza o entrano nell’ultimo anno di contratto, per cui la domanda rimane:

Now Or Never? Solo questi Playoff potranno darci una risposta.

 

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